martedì 30 settembre 2008

QUESTI GIUDICI SONO TERZI (IMPARZIALI)?

Il pignoramento del 12 settembre in sede LIFE, contemporaneamente sede dell’Autogoverno del Popolo Veneto e del Tribunale del Popolo Veneto quindi territorio extraterritoriale per quanto riguarda funzionari dello stato italiano, ha costituito violazione dei patti internazionali ed è stata denunciata alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e all’ONU.
Dopo pochi giorni, da questo grave fatto, la giustizia italiana rivelando, le sue vere sembianze, colpisce ancora facendo strame del diritto e dell’equità.
La Cassazione, nella causa LIFE-Camera di Commercio, ci condanna nuovamente alla soccombenza delle spese legali senza considerarci minimamente degni di un giudizio equo e imparziale.
Le aziende Venete non possono chiedere ai giudici italiani il perché, e in base a quali presupposti siano obbligate a pagare un “pizzo mafioso” che si chiama impropriamente “diritto camerale” e se lo fanno, vengono condannate per il solo fatto di avere posto la domanda; e la risposta, Voi Veneti, ve la sognate!
La sentenza qui riportata, della Commissione Tributaria di Foggia, relativa ad un ricorso contro la Camera di Commercio fatto da alcune aziende locali, mette in evidenza due fatti importantissimi.
1) la sentenza (bellissimo il ricorso dello studiomarino) che condanna la Camera di Commercio di Foggia a restituire alle aziende i “diritti” incassati non è stata impugnata in appello dalla Camera di Commercio di Foggia ed è, quindi, a tutti gli effetti esecutiva;
2) la sentenza prevede che le spese di giudizio siano compensate, vale a dire che i ricorrenti pagano i loro legali ed altrettanto fa la Camera di Commercio.
Questo ultimo punto è la prova provata di quanto sostiene LIFE: il giudice italiano non è terzo nei procedimenti che riguardano direttamente l’Amministrazione dello stato e tanto meno se il ricorrente si dichiara di appartenere al Popolo Veneto (L.340/71 art.2).
Che la Camera di Commercio di Foggia venga condannata a restituire il “diritto camerale” ma non alla soccombenza costituisce un trattamento privilegiato se confrontato con le nostre cause sempre prive di una sentenza ma con puntuale soccombenza delle spese.
I giudizi emessi da questi giudici, secondo voi, sono equi e imparziali?
Nei procedimenti che coinvolgono l’Amministrazione dello stato italiano e un cittadino, secondo voi, il giudice italiano si trova nelle condizioni di terzietà, indispensabili per un giudizio equo e imparziale?
Se il cittadino si dichiara appartenente al Popolo Veneto (L.340/71 art.2), quindi titolare dei diritti garantiti dalla L.881/77, secondo voi può essere giudicato, in territorio veneto, da un giudice italiano in cause che lo contrappongono all’Amministrazione dello stato italiano?

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