martedì 2 settembre 2008

AFFOGATO IN UN MARE DI RICORSI...

Il 26 giugno u.s. in Commissione Tributaria a Treviso, si è discusso uno dei miei ricorsi contro l'IRAP e lo Stato Italiano. Da oltre due anni sto percorrendo la strada del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto e nelle aule giudiziarie di Venezia e di Treviso, questa rivendicazione sta comportando diversi grattacapi ai giudici italiani. Come già a Venezia, anche a Treviso, ho contestato il fatto che io, di nazionalità veneta, per i principi riconosciuti e garantiti dalle leggi italiane, 340/71 art.2 e 881/77, al Popolo Veneto, non ho alcun obbligo nei confronti delle istituzioni italiane in quanto esistono istituzioni di Autogoverno sia amministrative (Autogoverno del Popolo Veneto, vedi sito) che giudiziarie (Tribunale del Popolo Veneto, vedi sito) che mi rappresentano e nelle quali mi identifico in quanto naturali.

Oltre a ciò ho contestato il fatto che i giudici italiani, sono espressione di una entità, lo Stato Italiano, illegittima fin dalla sua nascita e se anche ciò non fosse, i giudici italiani hanno giurato fedeltà alla costituzione italiana ed essendo altresì retribuiti dall'amministrazione dello Stato Italiano risultano essere detentori di obblighi morali e di interessi economici riconducibili ad una delle due parti contendenti (lo Stato Italiano ed io cittadino Veneto). Ne consegue che il giudice italiano non è soggetto terzo nella causa in corso e non si trova nelle condizioni di offrire un giudizio equo ed imparziale. E a questo punto si è aperta una discussione di carattere filosofico-giuridico che ha visto brillante partecipe il mio difensore che ha costretto il Presidente della Commissione Tributaria ad una inequivocabile conclusione: "Ci ritiriamo in consiglio per accertare o meno, la terzietà di questa Commissione Tributaria nel procedimento in corso. Daremo comunicazione delle nostre conclusioni, in forma scritta, all'avvocato difensore." Era il 26 giugno 2008 e fino ad oggi, 1 settembre, non ci è pervenuta alcuna comunicazione, né scritta né verbale.

Questo "ritardo" mi da lo spunto per alcune considerazioni!

La Commissione Tributaria, alla luce di quanto già sentenziato dal Tribunale di Venezia il 20.02.08 (vedi sentenza pagg. 1-2) che ci ha spalancato le porte della Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo, ha due possibilità:

1) dichiararsi impotente, come già Venezia, in una causa sollevata da un Veneto contro lo Stato Italiano, con il rischio di scatenare migliaia di ricorsi di cittadini Veneti contro le istituzioni dello Stato Italiano contro ICI, IRPEF, IRAP, INPS, INAIL, C.C.I.A.A., multe stradali, rifiuti ecc...... e conseguenti ricorsi alla Corte Europea;

2) dichiararsi competente e condannarmi, subendo un ulteriore ricorso alla Corte Europea per violazione del diritto di Autodeterminazione dei Veneti in base alle leggi italiane 340/71 art.2 e L.881/77 e ai trattati internazionali sottoscritti dall'Italia con rischio di eventuale condanna per lo Stato Italiano, come spesso e volentieri accade presso la Corte Europea, incappando anche in questo caso nella possibilità che migliaia di Veneti possano ripetere quanto da me già fatto.

E' una situazione molto complessa e pericolosa per le Istituzioni Italiane che potrebbero anche inventarsi qualche decreto legge con effetto miracoloso retroattivo, ma per adesso godiamoci queste piccole magie, frutto di chi ha avuto la brillante idea di costituire un Popolo Veneto, una Autorità di Autogoverno del Popolo Veneto e un Tribunale del Popolo Veneto, che sono riuscite ad inceppare la macchina macchiavelliana per eccellenza:lo Stato Italiano. E se questo mettesse in atto ostruzionismi vari per negarci il sacrosanto diritto di Autodeterminazione, Voi tutti fratelli Veneti, preparatevi a far affogare lo Stato Italiano in un mare di ricorsi.


Daniele Quaglia
Presidente LIFE Treviso


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutta la mia ammirazione e stima per un veneto tanto coraggioso che in nome di alti ideali combatte contro un dinosauro in via di estinzione: lo stato italiano.

Benissimo Quaglia! Avanti cosí!

Anonimo ha detto...

Sono incredulo che qualcuno abbia il coraggio di alzare la testa; io sono uno schiavo e non ho più il coraggio di confrontarmi su questione di principio. Pago e obbedisco a testa bassa senza fare storie come hanno piacere che sia il cittadino.

Infatti quando leggo che, una delle tante persone che dovrebbero essere al mio servizio, l'ex ministro Tommaso Padoa Schioppa paga una indennità ministeriale del 9,75% (paga il 9,75% di imposte!) con una retribuzione netta totale di 36.200 € al mese sono capace anch'io di dire che pagare le tasse è bellissimo.

Bisognerebbe iniziare, PER PRINCIPIO, a eliminare le oltre 740.000 auto blu, le pensioni d’oro dei parlamentari dopo pochi anni di contributi e iniziare a far pagare anche a loro le aliquote di tutti gli altri contribuenti.

Se per questioni di principio, la guardia di finanza, sanziona la mancata emissione di uno scontrino fiscale, per questioni di principio vorrei che la legge fosse uguale per tutti.